Opere che letteralmente parlano di rabbia, amore, vita, arte, passione e sgomento, che dimostrano la serietà con cui l’artista si avvicina, studia e maneggia il linguaggio dell’arte e della pittura, presentate in una mostra breve e caosmotica come la vita stessa.
La serie Libera Nos A Malo
Il concetto alla base della mostra e della serie Libera Nos A Malo nasce principalmente da una ricerca dell’autore sull’ambiguità e sulla ambivalenza di un soggetto scelto e sulle sue possibili variabili e contraddizioni.
L’interesse verso la sfera della religione e sul connotato che essa stempera sulla vita sociale degli individui, e la sua influenza diretta o meno negli usi e costumi di questi ultimi, sono i temi di fondo di questo corpus di opere.
Le vicissitudini personali dell’autore, che ha frequentato per svariati anni le scuole religiose, hanno influito ulteriormente sulla netta caratterizzazione della serie stessa, attraverso ricordi e rimandi della sua giovinezza: l’autore ci presenta opere, su tela e cartoncino Bristol, segmentate ed evidenziate dalla cronologia dell’esecuzione delle stesse, che ne definiscono una cronistoria artistica evidente.
Questa serie, nata come è solito essere per del Frate, da un gran numero di di bozzetti e disegni preparatori iniziali, abbina, difatti, alle prime opere più pacate, abilmente giocate sul filo della parodia e della satira estetica, dipinti via via più connotati e rigorosi, fino ad una diretta e feroce denuncia sociale. Il tutto, come detto, sempre nel bilico di un’ambiguità dichiarata e variopinta, che fa uso di colori netti e decisi per delinearne le situazioni allo spasimo.
Sono i personaggi, quelli che animano questi dipinti, ad essere sempre protagonisti essenziali della scena. Dai loro sguardi, dalle loro azioni, dal loro modo di porsi sul palcoscenico immaginario delle tele, l’osservatore deve dare una risposta alla domanda che Interrogativamente e spietatamente l’autore snoda nella sua serie di dipinti: da quale Male dobbiamo essere liberati o liberarci? E chi, soprattutto, lo raffigura in Terra?
Il risultato è una serie di opere di varia dimensioni, con una iniziale coppia di dipinti su tela di medie grandi dimensioni di grande originalità, che introducono, come dicevamo, il tema come una sorta di revisione fiabesca della religione e dei suoi officianti. Perché lo sguardo dell’Autore è puntato soprattutto, anzi diremmo, quasi sempre, verso l’uomo ed i suoi limiti temporali e naturali, alle prese con pensieri, riti ed astrazioni che non riesce a governare e che si possono in qualunque momento rivoltare verso di lui.
Dipinti interrogativi, ma anche forti e decisi, dalla granatura stilistica elevata e radiosa, ricchi di spontaneità e decisione, a volte coraggiosi nella tematica proposta. Una serie che si propone inoltre di transizione nella stessa stilistica dell’autore, che si adopera nella sua ricerca dell’ambiguità, del doppio risvolto che alberga in ogni cosa ed in ogni tema, sia esso spirituale, etico o meramente artistico.