Bora chiara
Nika Furlani, Burja
Giovedì 10 settembre apre dalle 18 alle 20, con una serie di speed tour della durata di 15 minuti ognuno per un massimo di 7 persone prenotandosi direttamente in loco, la mostra “Bora chiara” che presenta le opere di cinque artisti italiani e sloveni: Nika Furlani, Maria Lupieri, Erik Mavrič, Davide Maria Palusa e Guido Pezzolato.
L’esposizione curata da Massimo Premuda, che prende ispirazione da questo brusco evento atmosferico portatore di tempesta (bora scura) o foriero di bel tempo (bora chiara), intende esplorare la bora come specchio dell’animo inquieto e contraddittorio delle popolazioni del nostro territorio ma anche mettere in relazione visiva le recenti ricerche di artisti contemporanei con i pezzi della collezione d’arte del Museo della Bora di Trieste.
La mostra, realizzata nell’ambito della sesta edizione di L’Energia dei Luoghi – Festival del Vento e della Pietra organizzato dall’associazione Casa CAVE di Visogliano (Vižovlje) e sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Duino Aurisina – Devin Nabrežina, presenta cinque artisti italiani e sloveni che guardano contemporaneamente al bel tempo dopo la tempesta, ma che raccontano anche tutto lo scompiglio, così ricco di vita, che investe il Golfo di Trieste. In mostra dunque tre pittori e due fotografi per raccontare come la bora plasmi il mare, creando incredibili concrezioni di ghiaccio di acqua marina, ma anche come modelli il paesaggio, desertificando aree intere alzando il pelo del mare salato, e facendo emergere e sagomare la dura pietra del Carso.
Si parte così dalla poetica ricerca visiva della fotografa slovena di Trieste Nika Furlani che presenta il risultato di una lunga indagine su questo vento dal titolo “Burja”, in cui drappi di tulle ed enigmatiche presenze disegnano nell’aria il suo passaggio invisibile ma concreto sul Carso triestino, per arrivare agli ironici still life del fotografo triestino Davide Maria Palusa che tenta di ricreare in studio i devastanti effetti della bora sulle pietre carsiche in una sorta di esperimento destinato a un romantico fallimento. Si prosegue con “325 sassolini”, una serie infinita di quadri di piccolo formato dell’artista sloveno Erik Mavrič che, percorrendo la strada che lo porta al lavoro, raccoglie ogni giorno sassi e pietre lungo il tragitto, li fotografa ingrandendoli, li archivia e infine li ritrae ad acrilico in bianco e nero su un metafisico fondo blu, in un’operazione quotidiana senza fine in bilico fra meditazione e rito. Si passa così a due lavori storici della grande pittrice triestina Maria Lupieri (Trieste, 1901 – Roma, 1961), due oli della fine degli anni ‘50 dal titolo “Carso” (bora chiara) e “Strada Napoleonica” (bora scura) che ritraggono le bianche pietre carsiche scosse da impietose raffiche di bora, in cui l’effetto del suo dipingere, dai tratti sempre mossi, è dovuto proprio all’immaginare un paesaggio eternamente agitato dal vento. La mostra si chiude infine con un fantasioso prestito dalla collezione d’arte del Museo della Bora “L’uomo con la manica a vento”, un acrilico su tela dell’illustratore triestino Guido Pezzolato che negli anni ha realizzato molti dipinti dedicati proprio al vento triestino e che nel 2007 ha illustrato un divertente racconto di Rino Lombardi dal titolo “Via della Bora”.
Collaterali alle due mostre la visita guidata alla spettacolare installazione “Bora Lightwaves – Onde di luce e di bora” dell’artista scienziato californiano Ned Kahn sulla facciata del Montedoro shopping center di Muggia, realizzata con quasi 60.000 dischi in metallo sulle cinque colonne, alte 18 metri, per una lunghezza di quasi 500 metri, e la passeggiata nei luoghi della bora, un vero e proprio esperimento di trekking urbano alla scoperta del vento di Trieste in compagnia della guida naturalistica Sabina Viezzoli. Inoltre, le diverse mostre ed eventi legati al progetto del Festival del Vento e della Pietra si articoleranno in diversi luoghi e momenti nel corso de L’Energia dei Luoghi #6, riunendosi infine in un’occasione espositiva unica alla “Portopiccolo Art Gallery” di Portopiccolo di Sistiana.
“La bora suscita sentimenti e sensazioni difficili da spiegare a chi non è di qui. Dà vita e inscena un rapporto tutto nostro. Porta ognuno a ritrovare una parte di se stesso rimasta immutata dai giorni dell’infanzia, e nel contempo uguaglia tutti, rendendoli anche solidali tra loro, fedelmente attaccati a questo unico e composito margine di terra che ogni tanto, con la bora appunto, dichiara la sua assolutezza e la sua irripetibilità. (…)
Bora, bura: una di quelle poche voci uguali a pieno diritto, che nessuno dell’altra lingua fingerebbe di non capire o si sognerebbe di contestare.”
gennaio 1991, Fulvio Tomizza
da “È tornata la bora” in “Alle spalle di Trieste”, Bompiani, 1995
Info
Data: from 10 September 2020 to 30 October 2020
Luogo: DoubleRoom
A cura di: Massimo Premuda
Indirizzo: Trieste - via Canova 9
Telefono: +39 349 1642362
Email: doubleroomtrieste@gmail.com
Orario: da lunedì a venerdì 17-19