"Tuta questa colina xe sua'. Il vecchio Cumar, con la sua faccia rugosa e gli occhietti vivaci, protende la mano verso le case lontane del villaggio che, da duecento anni, è della nostra famiglia. 'Quei alberi la zò, quel bosco'" (in G. Dorfles,
Lacerti della memoria. Taccuini intermittenti, Bologna, 2007, p. 30). Con queste parole Gillo Dorfles inizia il ricordo di una sua visita a Cerovo Superiore nel Collio, dove la famiglia possedeva alcuni poderi, nel settembre 1934.
La famiglia Dorfles, originaria di Gorizia per parte di padre, possedeva una villa sulla Castagnavizza, distrutta dai bombardamenti della prima Guerra Mondiale e un fondo nel borgo Prestau, visibile nella pianta di Gorizia del 1884 stampata a Udine da Enrico Passero.L'artista e critico d'arte era solito passare le festività e i mesi estivi a Gorizia dal nonno paterno che aveva un palazzo vicino a quello degli Attems, dove viveva anche la famiglia della zia, sorella del padre che aveva sposato il nobile Pajer di Monriva. Nei ricordi di Dorfles nel periodo dell'infanzia passata a Gorizia, molto importante risulta la figura del nonno, grande amante della musica ed amico del maestro Ferruccio Busoni; In casa possedeva un pianoforte Bösendorfer su cui aveva suonato Franz Liszt di passaggio a Gorizia. Inoltre, per mantenere legami con il Regno d'Italia, aveva fondato un circolo culturale patriottico di lingua italiana, da cui passò anche Eleonora Duse; ma intratteneva rapporti amichevoli anche con il sindaco di Lubiana e Zagabria. Possedeva nel Collio una decina di poderi con vigneti e molti ciliegi e i contadini che ne prendevano cura erano sloveni, perciò il giovane Gillo aveva imparato alcune frasi in sloveno per comunicare con loro. Dopo la seconda guerra mondiale tutti i terreni della famiglia passarono sotto la sovranità jugoslava.
L'esposizione,
Gillo Dorfles. Opere grafiche 1952-2010, che verrà inaugurata presso la galleria d'arte e antiquariato
LEG ANTIQUA di Gorizia, il 29 maggio 2015 alle 18.00, si configura come un ritorno alle origini e costituisce la prima personale dedicata all'artista e critico d'arte nella città giuliana.
All'inaugurazione saranno presenti Dorfles e il critico d'arte Luigi Sansone, autore del catalogo ragionato dell'opera del maestro (
Gillo Dorfles. Catalogue Raisonné, Milano, Mazzotta, 2010).
La mostra documenta con quaranta opere su carta l'attività grafica di Gillo Dorfles dalla sua adesione al MAC fino alle sue recenti originalissime composizioni pervase, nella consonante molteplicità dei colori, da una intrigante sottile ironia.
Nelle opere esposte, incisioni e disegni, di cui è stato redatto un catalogo, Dorfles ci presenta inediti personaggi, organismi anomali, indefinibili, nati da contaminazioni e associazioni tra mondo umano, animale e vegetale, fluttuanti e dinamici in un perenne processo di evoluzione: un'arte libera, carica di immagini fantastiche, dove l'immagine torna nell'opera non più dalla natura esteriore, ma piuttosto da quella interiore dell'artista, assumendo gli infiniti aspetti e la poesia che le relazioni delle forme suggerite dalla fantasia possono determinare.
Lo stesso Dorfles dichiara: "Dipingo quelle forme che mi ossessionano, che mi si agitano dentro".
Dorfles, psichiatra di formazione, critico d'arte e pittore, nato a Trieste nel 1910, da madre genovese e padre goriziano, rappresenta uno dei punti di riferimento di assoluto rilievo per la cultura artistica italiana ed europea per almeno due generazioni. Professore di estetica presso le Università di Trieste, Milano e Cagliari, con Bruno Munari, Atanasio Soldati, Galliano Mazzon e Gianni Monnet è stato nel 1948 tra i fondatori del Movimento Arte Concreta (MAC) e nel 1956 ha dato il proprio contributo alla realizzazione dell'ADI (Associazione per il Disegno Industriale).
L'esposizione sarà visitabile fino al 28 giugno 2015 dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.