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domenica 22 dicembre 2024

Il secolo di Aldo Bressanutti

Aldo Bressanutti, Il Ghetto
S’inaugura venerdì 13 ottobre alle 18.30 alla Biblioteca Statale Stelio Crise di Trieste la prima tappa della mostra diffusa “Il secolo di Aldo Bressanutti”, che trae origine da un’idea di suo figlio Furio, per festeggiare i cent’anni di età del pittore Aldo Bressanutti e i suoi ottant’anni di attività artistica, che tutt’ora prosegue. Realizzata in collaborazione con la Biblioteca statale Stelio Crise e curata dall’arch. Marianna Accerboni, l’esposizione alla Biblioteca propone un’ottantina di opere tra importanti oli di tema surreale e vedute di Cittavecchia, testimoni di una Trieste che non esiste più, e acqueforti sullo stesso tema. Un’ampia sezione della mostra esporrà documenti, foto, cataloghi, calendari e libri illustrati da Bressanutti e varie testimonianze sulla vita e l’opera dell’artista, accanto a piatti in ceramica realizzati in tiratura limitata e numerati. Visitabile fino al 6 dicembre, la rassegna sarà sottolineata da diversi appuntamenti collaterali.

Il 20 ottobre il Comune di Monfalcone renderà omaggio fino al 1 dicembre all’artista
, di famiglia triestina, nato per caso a Latisana nel 1923, ma vissuto per molti anni a Monfalcone. Verranno esposti nel Palazzo Municipale fino al 1 dicembre 12 grandi oli raffiguranti le sue caratteristiche vedute d’interni, da quelle degli esordi e della maturità, affastellate di oggetti e di ricordi, a quelle più essenziali realizzate dagli inizi degli anni 2000 in poi.

Seguiranno due mostre allestite alla Galleria Rettori Tribbio, spazio espositivo di riferimento dell’artista a Trieste: la prima dal 28 ottobre al 10 novembre e la seconda dal 25 novembre all’8 dicembre, in cui verranno esposte, complessivamente, una sessantina di vedute di interni.

L’artista sarà presente a tutte le inaugurazioni, con introduzione critica di Marianna Accerboni.


L’anima surreale e la poetica intimista di Aldo Bressanutti
Voce solista del panorama artistico, - scrive Marianna Accerboni - Bressanutti è capace di coniugare l’indagine del reale con il sogno introverso e metafisico, eppure solare, e la tenerezza del ricordo, celata dietro cenni ludici e ironici. Ogni sua opera è infatti venata di un’ironia più o meno accentuata, che accompagna soprattutto la produzione surreale dell’artista, mentre, nel ritrarre la realtà, il pennello si tinge sovente di una sfumatura poetica, non dichiarata ma latente nel paesaggio, più solerte negli interni spesso autobiografici, che si addolciscono in un originale racconto declinato dal pittore come un apparente divertissement.
Asciutto, in apparenza disincantato, in realtà sensibilissimo, Bressanutti traccia, in particolare nei suoi interni d’infanzia e di vita poverissima, un velo costante d’intimismo, che rimane la sua cifra prima e bene s’intreccia alla semplificazione delle architetture d’interni, da lui raggiunta ed esperita negli anni Novanta. Pur spogliandosi degli eccessi e degli orpelli, , rimane tuttavia in questa nuova maniera del pittore la necessità di donare luce, freschezza, nuova vita attraverso il ricordo, ad ambienti in cui la realtà doveva apparire ben più cruda. È come se Bressanutti vi ambientasse e cercasse di raccontare – a noi e a se stesso – una favola a lieto fine, in cui la matrice intimista ben si sposa con la vena surreale, che rende, come nelle fiabe e nei cartoons, tutto possibile al di là e al di fuori, al di sopra appunto, del reale. Come scopersi anni fa – eravamo agli inizi del 2002 – quando l’artista mi fece vedere delle strabilianti opere surreali, che perla loro originalità mi fecero conoscere un Bressanutti inatteso.
Seguì una mostra, dedicata quasi esclusivamente a questa sua linfa espressiva, che riscontrò grande successo. E pensare che queste opere, realizzate prevalentemente tra gli anni Cinquanta e Sessanta da un artista autodidatta, che non conosceva il grande filone della pittura surrealista belga e francese, fu poi abbandonata dall’autore nel timore che l’accusassero di aver copiato.
La mostra lascia molto adito a questo interessantissimo filone della sua inesauribile, sorridente creatività e rappresenta la conferma della grande passione di Bressanutti per il suo lavoro,- conclude Accerboni - che l’ha portato a realizzare un numero vastissimo di oli, disegni, incisioni, tempere, tecniche miste, pitture su ceramica e illustrazioni, qui testimoniate traendo spunto dal quotidiano ma anche dalle profondità più inaccessibili dell’inconscio.
 
Aldo Bressanutti (Latisana, 31 ottobre 1923) inizia a dipingere da giovanissimo. Del tutto autodidatta, riprende definitivamente l’attività pittorica nel 1947, realizzando sia opere d’ispirazione narrativa, che lo rendono fin dagli inizi molto popolare, sia, subito dopo, lavori di gusto surreale. Ha esposto in importanti e numerose rassegna personali e collettive in Italia, Inghilterra, Germania, Canada, Australia, Spagna ecc. Negli ultimi decenni è stato presente con le sue opere in varie città italiane ed estere, da Roma a Milano e Genova a Berlino, Toronto, Melbourne, Tenerife, Düsseldorf, Londra, Berna ecc., suscitando sempre molto interesse e curiosità e conseguendo notevole successo. I suoi quadri si trovano in collezioni private in Italia e all’estero. 
Ha realizzato sei volumi dedicati a Trieste, al Friuli Venezia Giulia, all’Istria e a Muggia (quest’ultimo in collaborazione con Italico Stener) con testi, tra gli altri, di C. Bergamini, L. Lago, L. Padovese, A. Seri e S. Tavano, illustrando tali luoghi con oltre 1500 tra grafiche, disegni e dipinti e fermandone con taglio indelebile ed efficace la memoria. Ha anche dipinto più di 1500 opere a olio.
Nel 1998 la casa editrice Lint di Trieste ha pubblicato una monografia a compendio di cinquant’anni della sua attività artistica.
È autore di numerose copertine di libri di varia cultura, di riviste d’arte e di manifesti. Di particolare interesse appaiono le illustrazioni d’impronta surreale ideate nei primi anni Settanta per le copertine di alcuni volumi di fantascienza e la realizzazione, sempre in stile surrealista, del manifesto per la prima edizione del Festival della Fantascienza, svoltosi a Trieste nel 1972.
Nell’anno accademico 2004/ 2005 Annalisa Ameruoso si è laureata in Lettere Moderne con indirizzo storico-artistico alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste con una tesi intitolata “Profilo di Aldo Bressanutti”, nella quale viene tra l’altro ricostruita la laboriosa genesi di un suo dipinto a olio.

Info

Data: from 13 October 2023 to 15 February 2024
Luogo: Biblioteca Statale Stelio Crise
A cura di: Marianna Accerboni
Indirizzo: Trieste - Largo Papa Giovanni XXIII 6