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sabato 20 aprile 2024

Cose che hai fatto mentre non c’era la guerra

Filippo Minelli, Silence shapes, Ongoing project

Dopo una residenza trascorsa in Friuli Venezia Giulia, una delle regioni più militarizzate d’Europa, a caccia di bunker, suggestioni e ricordi, giovedì 17 dicembre l’artista Filippo Minelli presenterà il suo progetto partecipato e site specific “Cose che hai fatto mentre non c’era la guerra”. È stato invitato dall’associazione ETRARTE, realtà attiva dal 2006 nel campo delle arti visive, per Bandus, una festa partecipata e consapevole di arti a ricordo della Tregua del Natale 1915 che si terrà nella ex caserma “Osoppo” a Udine.

Una domanda tanto semplice quanto spiazzante, che l’artista ha rivolto alla popolazione e a cui hanno risposto in molti, inviando materiale fotografico e documentativo che si diviene memoria collettiva. “Bandiere, striscioni e poster appartengono ad un’estetica della protesta che viene ribaltata e decontestualizzata per creare le condizioni per lo stravolgimento del punto di vista di chi guarda - spiega Elena Tammaro, curatrice del progetto per Etrarte- In questa operazione lo spettatore attiva un processo creativo che gli permette di superare una visione stereotipata, accettando la sfida dell’artista. In questo caso il paradigma da superare è la guerra ed in particolare il modo di percepire la sua assenza, ossia la pace
Cose che hai fatto mentre non c'era la guerra” è una provocazione che taglia in maniera trasversale qualsiasi discussione sulla guerra, mettendo in crisi quell'angolo sicuro che è il nostro quotidiano, la cui eccezionalità nascosta si rivela testimoniando la differenza tra la “pace” e l’assenza di “conflitto”.
Alla luce della riflessione indotta da Minelli, ogni scampagnata, ogni festa in parrocchia, ogni pranzo in famiglia assumono un nuovo significato: si tratta di attività, eventi, situazioni, circostanze che abbiamo avuto la possibilità di vivere perché non c'è la guerra. E allora Bandus diventa motivo per riflettere sulla contemporaneità, in una sospensione temporale in cui la memoria del quotidiano diventa un ricordo prezioso.
Questo progetto non ospita solo l’allestimento di Minelli, ma anche le opere di Lara Trevisan, Davide Bevilacqua e Carne, artisti formatisi in regione che hanno sviluppato ulteriori suggestioni visive e sensoriali dialogando con Minelli e con la sua provocazione.
L’invito rivolto allo spettatore è quello di riscoprire queste memorie attraverso una vera e propria ricerca delle opere, utilizzando una piccola pila o attivando la luce degli smartphone e vivere momento di interazione fra la dimensione intimista e quella collettiva.

Nel programma di Bandus, oltre all’inaugurazione di giovedì 17 alle ore 18:00, l’appuntamento con curatori e artisti sarà per venerdì 18 dicembre, alle 18.30 con “All'imbrunire se non ci fosse la guerra" passeggiata commentata con Giuliana Carbi (Trieste Contemporanea/Studio Tommaseo), Francesca Agostinelli (Critico d’arte) Vania Gransinigh (Musei Civici Udine), Blaž Peršin (Musei Civici Lubiana) e gli artisti. Sabato 19 dicembre, alle 18.30 incontro sul tema “Di arte e di emergenza”, con il filosofo Gianni Vattimo e Santiago Zabala apparecchiato con le ricette fantastiche dei prigionieri della prima guerra mondiale.

Artisti:

Filippo Minelli (Brescia 1983) è un artista contemporaneo che lavora fra Barcellona e Londra. La sua ricerca riguarda architettura, politica, comunicazione e geografia, che combina nella creazione di installazioni e performance documentate attraverso fotografia e video. Interessato al paesaggio e agli spazi pubblici, si cimenta inizialmente in interventi istintivi e non autorizzati, che nei primi anni del Duemila lo rendono pioniere in Italia di quella che verrà successivamente chiamata ‘street art’, per poi continuare una ricerca personale fondata sull’estetica della protesta, riportando la politica a una dimensione antropologica e introspettiva attraverso la decontestualizzazione dell’uso di lacrimogeni, rovesciando la funzione delle bandiere e mutuando l’estetica degli slogan di protesta. La sua attitudine inconsueta alla creazione artistica è stata recensita negli anni da alcuni dei più importanti “media outlet” internazionali come Le Monde, The New York Times, Harpers, Huffington Post ed Al Jazeera. Onomatopee (NL) ha pubblicato nel 2014 una monografia sulla produzione dell’artista.
(Cfr. www.filippominelli.com )

Lara Trevisan (Udine) . La sua formazione ha radici nel suo rapporto con il teatro, da cui si è poi sviluppata una ricerca più ampia, dalla dimensione sonora e alla videoproiezione, attraverso collaborazioni ed esposizioni in Francia e in Italia. Attualmente sta sviluppando dei progetti fotografici di arte urbana e installazioni a grande formato.
La fotografia è per lei un gesto teatrale. Atmosfere sospese, movimento, imprecisione, non-definizione imprimono alle fotografie una spinta oltre i limiti della superficie stampata e rimarcano la possibilità, nell'epoca della postproduzione digitale, di una fotografia “fisica”, fatta con il corpo e il movimento.

Carne dipinge muri dal 1999. Nel panorama nazionale, è considerato uno dei pionieri della street art all'interno degli spazi abbandonati. L'alchimia e l'esoterismo sono la base della sua ricerca artistica e, grazie al forte impatto dei suoi lavori, risulta essere uno dei più interessanti street artist italiani nell'utilizzo della tecnica che predilige, il pasteup.

Davide Bevilacqua è artista e curatore, lavora nell'intersezione tra arte e media, tecnologia e scienza; produce installazioni ed eventi che esplorano le estetiche dell'archeologia dei media e ricerca il punto di incontro tra i mondi del digitale e dell'analogico. Vive e lavora a Linz (AT).La sua ricerca si sviluppa prevalentemente nel mondo dell'elettronica e della programmazione: oggetti, installazioni e performance si basano su lenti processi autonomi che si mostrano nel loro evolversi.

Inaugurazione di giovedì 17 alle ore 18.


Info

Data: dal 17 Dicembre 2015 al 19 Dicembre 2015
Luogo: ex Caserma Osoppo
A cura di: Elena Tammaro
Indirizzo: Udine - via Brigata Re

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