Bora e Tergesteo davanti al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste, metalli assemblati, cm. 357x200
S’inaugura sabato 27 agosto alle ore 19nella
Sala Leonor Fini del Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste la mostra “Mauro Martoriati. Bora e Tergesteo”. Promossa dall’Associazione M.A.R.T. Movimento Artistico Roma - Trieste,
realizzata in coorganizzazione con il Comune e curata da Marianna Accerboni con l’organizzazione generale di Maria Clara Palazzini Finetti e la linea grafica di Riccardo Moro, testimonia
l’intenso lavoro svolto dall’artista a Trieste, città in cui si è trasferito nel 2013 e ha aperto uno scenografico atelier in via Rittmeyer 4/A:
in mostra una trentina di dipinti di ampio formato, un ciclo di una ventina di sculture realizzate con assemblaggi metallici, alte circa due metri e mezzo e proposte concettualmente come una sorta di selva umana,
tavoli/scultura di cristallo e metallo,
opere tridimensionali di misura più contenuta,
complementi d’arredo e oggetti di design che sono pezzi unici di surreale originalità, tra cui una rivisitazione dell’Ursus e uno straordinario capodoglio.
Una città, Trieste, che l’artista ha scelto “perchè è un luogo di confine, che mi permette di essere nella mia Italia da romano, ma di avvicinarmi nel contempo a conoscere la Slovenia, l’Ungheria, l’Austria, la Romania, la Croazia, la Germania e Berlino, nel cui tessuto artistico sono entrato creando vari progetti anche di scambio, momentaneamente rallentati dalla pandemia. A Trieste si sta molto spesso sconfinati, come per esempio lo fu a fine Ottocento il console inglese Richard Burton, un animo errante come me, che sarà non a caso protagonista sabato 17 settembre di uno degli eventi collaterali alla mostra, in cui verrà proiettato il documentario dedicatogli da Riccardo Cepach (40’, Comune di Trieste, 2010)”. Appuntamenti a cui, nel corso della rassegna, verranno affiancati vari laboratori di pittura e disegno condotti dall’artista e aperti ad adulti e giovanissimi.
Ma
il vero coup de théâtre della mostra è rappresentato dall’inedita scultura cinetica di grandi dimensioni (m. 3.57x2) intitolata “Bora e Tergesteo” e assemblata da Martoriati nel Parco delle sculture di Prosecco (Trieste) dell’artista Robin Soave.
In occasione della mostra l’opera accoglierà infatti i visitatori davanti al Magazzino 26: una scultura che Martoriati ha ideato proprio ispirandosi a Trieste e rifacendosi a un’antica e poetica leggenda dedicata all’amore di Bora, figlia del Vento, per l’argonauta Tergesteo. Unione invisa al padre di lei, che fa uccidere quest’ultimo, il cui sangue - come racconta l’artista - si tramuta nelle foglie di sommaco mentre le lacrime di Bora diventano le pietre del Carso, che fino ad allora era una sorta di Paradiso terrestre.
“La mostra - scrive Marianna Accerboni - propone una riflessione contemporanea e originale, svolta attraverso una ricerca molto personale sul colore e sulla forma, suggerita a Martoriati da sottili e vitali intuizioni sui temi del quotidiano, sugli avvenimenti e sulla storia dei luoghi. Concetti declinati attraverso un linguaggio espressionista molto personale, un cromatismo in cui traspare spesso un’intensità di sapore
fauve e l’energia di un segno mediante il quale Martoriati approda felicemente dalla pittura e dal design alla terza dimensione.E
l’apice di tale produzione è testimoniata proprio dall’opera ‘Bora e Tergesteo’, creata espressamente per la mostra, di cui tale scultura è l’icona. Nella simbologia di Martoriati - conclude il critico - i due protagonisti sostengono una ‘nuvola cinetica’ composta da elementi metallici di recupero dai colori brillanti, che si animano e si muovono con l’alzarsi del vento”.
Sono esposti anche molti dipinti suddivisi in più sezioni tematiche perchè “qui a Trieste - aggiunge l’artista - ho ripreso pure a dipingere a olio perchè Trieste è una città a olio, adagiata nel tempo. E non le va di essere travolta dalla modernità. Perciò ispira una pittura classica ma rinnovata”.
Instancabile e inesauribile sperimentatore e autore di un’arte poliedrica, dalla forte vis tecnica ma dall’impeto concettuale, Martoriati non è per altro nuovo all’arte scultorea urbana e monumentale contemporanea, come quella ispirata alla leggenda del “Guerriero degli Anguillara”, che l’artista ha costruito con i vecchi ferri forniti dai cittadini e collocato in uno spazio pubblico di Anguillara Sabazia o la monumentale scultura-fontana di 15 metri in ferro, rame e ceramica collocata nei giardini pubblici dello stesso centro laziale o il complesso degli Scacchi, 16 pezzi in ferro smaltato alti 2 metri per Marostica, o la scenografia per la Tosca di Puccini, progettata in grande scala per Roma.
Mauro Martoriati (Roma, 1957)
si forma “sul campo”, studiando e lavorando negli anni ’70 e ’80 negli atelier dei migliori artisti e frequentando in particolare la famosa Scuola romana di piazza del Popolo con Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni. Dopo essersi inizialmente dedicato all’architettura, al design d’interni e al restauro, negli anni ’80 sente di volersi dedicare completamente all’arte. Esordisce con la pittura, esprimendosi inizialmente attraverso l’acrilico a tinte forti e adottando quindi la tecnica a smalto ma, dalla fine degli anni ’90, si espande anche nella terza dimensione.
Viaggia moltissimo e nel ’93 incontra a New York, dove vive e opera per alcuni mesi, l’action painting di Jackson Pollock: l’immensa Opera n° 1 gli fa scoprire il dripping, che determina una svolta fondamentale nella sua arte dominata dal concetto di libertà. Al ’96 risale la prima personale incentrata su tale tecnica e di quel periodo è anche l’originale ciclo di sedici Scacchi in ferro smaltato, alti due metri, esposto nel 2004 con grande successo a Marostica in occasione della storica
Partita a scacchi e che successivamente il Maestro riproporrà anche in forma pittorica.
Nel ’97 si trasferisce nella quiete di Anguillara Sabazia (Lazio), dove rimarrà fino al 2008. Qui esplode la necessità di esprimersi nello spazio attraverso la scultura, anche urbana e monumentale. Ed ecco la scultura-fontana lunga 15 metri e alta 2 in ferro, rame e ceramica, collocata nei nuovi giardini comunali della città, e la scultura monumentale dedicata al “Guerriero degli Anguillara” che, secondo la leggenda, uccise il drago (m. 3.50 x 2): costruita con due tonnellate di vecchio ferro recuperato esclusivamente nelle campagne e nelle cantine del centro sabatino, è composta da pezzi di recupero forniti dagli abitanti ed è posizionata in uno spazio pubblico dello stesso centro laziale. Ma anche il teatro affascina Martoriati ed ecco la scenografia per la
Tosca di Puccini, progettata nel 2003 in grande scala per una rappresentazione promossa dalla Provincia di Roma.
Tra i primi anni ’90 e il 2011 soggiorna e opera ripetutamente a Madrid e a Parigi, dove nel 2009 espone al
Théâtre dell’Est Parisien la macro-installazione “Autorità e povertà” (m. 12x10), in cui affronta il tema del sociale, a lui caro quanto quello ecologico e nel 2001 un suo dipinto (m. 12x1.60) entra a far parte della collezione della
Mediateca di Mouans-Sartoux in Costa Azzurra. Nel 2007 riprende a dedicarsi anche al design, creando raffinati complementi d’arredo, tavoli, applique e lampade dall’elegante ritmo curvilineo.
Nel 2011 ritorna a Roma, apre un nuovo studio ed entra in contatto con l’EAC (Electronic Art Cafè), progetto artistico itinerante consistente in eventi e mostre realizzati da protagonisti delle avanguardie internazionali (quali ad esempio Enzo Cucchi e Mimmo Paladino), nato a New York da un’idea di
Umberto Scrocca e sviluppatosi successivamente a Roma per la cura di
Achille Bonito Oliva.
In quarant’anni di attività Martoriati ha creato più di 5.000 opere e ha al suo attivo prestigiosi premi e riconoscimenti, duecento personali e numerosissime collettive in Italia e all’estero, tra cui quelle al
Museo Crocetti di Roma del 2004 con artisti del calibro di Berlingeri, Ceroli, Kostaby e Rabarama e del 2005 accanto a Bonalumi, Dorazio, Arman, Rotella. Nel 2000 ha esposto e collocato due opere nel
Museo Nazionale Arte Contemporanea di Kuala Lampur e nel
Museo Ibrahim Hussein di Langkawi-Malaysia. Altri lavori sono presenti in spazi istituzionali in
Paraguay, in
Brasile e
nell’Archivio della Quadriennale di Roma.
Appuntamenti collaterali
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sabato 3 settembre / ore 18.30 / sala espositiva: lettura scenica dell’attrice
Marzia Postogna dedicata alla leggenda di Bora e Tergesteo
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sabato 10 settembre / ore 18.30 / sala espositiva performance
Imperfectum ispirata alle sculture in mostra con la partecipazione attiva del pubblico
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sabato 17 settembre / ore 17.00 / sala Luttazzi: proiezione del documentario
Il leone e la leonessa. Vita di Sir Richard Francis Burton e di sua moglie Isabel (40’, Comune di Trieste, 2010) di
Riccardo Cepach, dedicato al noto console britannico
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sabato 24 settembre / ore 18.30 / sala espositiva: presentazione del volume
Mauro Martoriati. Trieste 2014 / 2021 di
Franco Rosso, (testi in italiano e tedesco, edizioni FR)
Laboratori e visite guidate con l’artista
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giovedì 1, 8, 15 e 22 settembre / ore 18.30 / visita guidata
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domenica 4, 11, 18 e 25 settembre / ore 10.30 / visita guidata
ore 11 - 13 / laboratorio di pittura e disegno