Nella meravigliosa cornice del Castello di Miramare il 9 agosto apre al pubblico la mostra Miramare e il Messico, nuovi mondi per Massimiliano che racconta con un cammino lungo quattro secoli, la drammatica storia di un imperatore europeo nel nuovo mondo. Il percorso espositivo ci conduce alla scoperta del prezioso Paravento della Conquista, sorprendente racconto per immagini che narra le vicende dei conquistadores e non solo, diventando l’emblema del fortissimo legame tra il Castello di Miramare e il Messico.
Massimiliano d'Austria, fratello minore di Francesco Giuseppe, fece costruire, durante il governatorato nel Lombardo Veneto, il Castello di Miramare. Fu proprio qui che Napoleone III gli propose la corona del Messico, e dal Castello di Miramare partì per il nuovo mondo dove fu fucilato all'età di soli trentaquattro anni.
Una lunga storia unisce il Messico agli Asburgo, fatta di difficoltà e incomprensioni, ma anche di grandi scoperte, una storia che si dipana dal regno di Carlo V ai suoi successori, fino all’esperienza di Massimiliano d’Asburgo, dal 1864 Massimiliano I del Messico, che chiude definitivamente l’epoca degli imperi europei in America. Una stessa dinastia divenne nella sua ascesa al potere parte integrante della storia delle Americhe, inaugurò nel XVI secolo l’ingresso di un intero continente nella geografia e nell’immaginario collettivo e, dopo quattro secoli, sancì con il sangue la fine di ogni pretesa di egemonia europea.
Due membri della famiglia Asburgo ci conducono nella storia che si snoda tra i due piani del Castello di Miramare: Carlo V, l’imperatore sul cui regno non tramontava mai il sole, ci accoglie al piano terra e Massimiliano, il padrone di casa, ci aspetta al primo piano, nella Sala del Trono, per raccontarci del suo incontro con il Nuovo Mondo che vide solo i primi raggi di un’alba che non poté compiersi.
Nella Sala della rosa dei venti inizia il percorso: i ritratti della famiglia Asburgo fanno parte della ricca collezione che Massimiliano commissionò per adornare la sua residenza e per celebrare la storia della sua dinastia. Dopo la nomina ad imperatore del Messico volle ispirarsi all’epoca della massima grandezza degli Asburgo che raggiunse il suo apice con Carlo V.
Nella Sala del Trono, che nella volontà di Massimiliano doveva essere il luogo di glorificazione del Messico e di esaltazione della dinastia dell’imperatore, oltre ai ritratti dei regnanti asburgici domina il Ritratto di Massimiliano imperatore del Messico di Santiago Rebull (1865) e la grande Allegoria dei domini di Carlo V di Geiger.
Al centro della sala è esposto per la prima volta il Paravento della Conquista, detto anche Il Paravento di Massimiliano. L’opera di Pedro de Villegas, del 1718, è costituita da dieci elementi, su un lato presenta la narrazione della Conquista del Messico da parte del condottiero Hernán Cortés; mentre sull’altro mostra una decorazione con scene orientali.
Una cornice dorata chiude su tre lati la narrazione della conquista del Messico: il racconto si dipana a formare una spirale che inizia con la scena dell’arrivo dei conquistadores in alto a sinistra e ha il suo culmine nella presa del tempio maggiore della capitale azteca al centro del paravento. La sequenza delle scene non è temporale, bensì topografica, come se gli avvenimenti venissero osservati dalla cima del colle di Chapultepec, luogo in cui si trovava il palazzo dei viceré prima e di Massimiliano poi.