AQUILEIA

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ

venerdì 22 novembre 2024

Nel segno di Klimt. Gorizia salotto mitteleuropeo

Nel segno di Klimt. Gorizia salotto mitteleuropeo

A Gorizia, salotto mitteleuropeo e capitale di una Contea di nazionalità italiana e slovena, appartenente all’Impero austro-ungarico, molti furono gli artisti che si formarono a Vienna – allora capitale anche per Gorizia – a Monaco e a Berlino. Era una prosecuzione “naturale” degli studi artistici, perché proprio a cavallo del secolo Vienna – e più ancora delle altre due città tedesche – rappresentava la meta ideale. La neo costituita Secessione viennese, quel gruppo di artisti che volevano innovare l’arte senza tuttavia “condannare” quella dei padri, era un punto di riferimento per i giovani, educati nelle regioni dell’Impero a non essere trasgressivi, ma al valore della Bildung, all’aristocrazia dello spirito, e quindi a dar prova di capacità, volontà ed entusiasmo. Anche nella Contea si respirava Secession: non tanto a Gorizia quanto a Grado, dove artisti viennesi avevano portato sull’Isola innovazioni e fermenti artistici. Punto di incontro e di confronto, la nostra Contea si arricchì dell'apporto delle nuove idee, ma anche Vienna, Monaco Berlino si arricchirono della vitalità, della creatività e dell’originalità dei nostri artisti, che italiani nel cuore e nella passione, le trasferirono nei dipinti e nelle sculture, mediandole con soluzioni innovative.   
 
PERCORSO
L'esposizione si apre con un omaggio a Dante, il grande Italiano che rappresentò per i Secessionisti un esempio da imitare. Alla sua profondissima e integerrima moralità guardavano gli artisti viennesi che da lui imparavano a seguire il loro destino senza piegarsi a nessuno. Klimt e tanti artisti e scrittori, accaniti lettori della Divina Commedia, erano particolarmente ispirati dal Dante dell’Inferno. Un artista della Contea formatosi a Vienna, Alfonso Canciani (1863-1955) espresse nel grande Bozzetto per il Monumento a Dante, con cui vinse sin dal 1896 premi prestigiosi, la forza satanica dei dannati che si torcono ai piedi del Poeta impassibile.  Socio ordinario della Secessione Canciani si affermò a livello internazionale per la sua scultura; il Bozzetto infatti fu esposto a importanti mostre internazionali d'arte a Venezia, Berlino, Roma e nella stessa Vienna.

Nella sala, allestita secondo la concezione hoffmanniana del Raumkunst (arte degli spazi) si trovano opere di artisti che furono legati alla Contea. Ernst Stöhr (1860-1917), membro fondatore della Secessione viennese, artista a tutto tondo che creò con un numero di „Ver Sacrum“ un insuperabile Gesamtkuntwerk e che dell’amico Giacomo Ceconi, l’impresario friulano del grande traforo di Piedicolle della linea Transalpina, evidenziò l’anima in un ritratto a pastello; Rudolf Jettmar (1869-1939), attivo collaboratore della rivista della Secessione, nelle cui anche inquietanti xilografie ritroviamo paesaggi a noi noti, come il castello di Duino; Josef Maria Auchentaller  (1865-1949) che, ispirandosi alla IX Sinfonia di Beethoven,  affiancò Klimt nella grande Esposizione, affrescando una parete di una sala laterale al Fregio klimtiano. Ma se l’affresco è andato perduto, non così le sue opere, manifesti e dipinti che in una sinfonia di colori del cielo, del mare e della sabbia immortalano la sua seconda patria, Grado, la spiaggia più amata dell’Impero danubiano, unica località che ebbe l’onore di vedersi protagonista su una copertina di „Ver Sacrum“.

Incontro - confronto: così era allora la cultura, in cui le nazionalità di origine e del cuore erano un tuttuno.

Per la prima volta il segno voluttuoso della Vienna di fine secolo viene messo a confronto con il segno incisivo e tormentato della Berlino espressionista. Le due capitali, messe a confronto, anche attraverso la moda, sono le protagoniste del primo piano che oltre ad offrire al visitatore lettere autografe di Gustav Klimt, presenta tre bei disegni di Egon Schiele del Leopold Museum di Vienna e le copertine di „Der Sturm“ firmate Oskar Kokoschka. Una sezione „speciale“ è dedicata ai libri per bambini, illustrati dai più importanti grafici del tempo, fra cui Czeschka che firma anche il libretto Die Nibelungen, considerato il capolavoro della grafica di fine secolo.

Al secondo piano una rassegna di autori locali che si sono formati a Vienna, Monaco e Berlino, fra cui, Levrier, Gemma Verzegnassi e Gino de Finetti, Edoardo del Neri, Argio Orell, Sensig, presenti con opere ad olio, a carboncino e manifesti.
 
Orari: Venerdi e sabato 10-13.00 / 15.30-19. Domenica 10-13 / 15.30- 19.30

Visita guidata con i curatori ogni domenica alle 16.30

Info

Data: dal 16 Dicembre 2016 al 28 Maggio 2017
Luogo: Museo Santa Chiara
A cura di: Marina Bressan, Marino De Grassi
Indirizzo: Gorizia - corso Verdi 18/a
Ingresso: ingresso gratuito