A pochi metri dalla monumentale Basilica di Aquileia e dalle rovine di una delle più ricche aree archeologiche d’Italia, un sito di grande suggestione ricorda i caduti della Grande Guerra, riunendo la storia antica e medievale con quella recente: è il Cimitero degli Eroi, luogo altamente simbolico che quest’autunno ha compiuto 100 anni. Per l’occasione l’area sacra si è fatta più bella. Tra aiuole ben curate, possenti cipressi e fiori candidi, un attento restauro ha restituito lo splendore originario a monumenti novecenteschi come l’Angelo della Carità di Ettore Ximenes o Il Crocifisso e il Sacrificio del Combattente di Edmondo Furlan. Nel centenario della tumulazione del Milite Ignoto, viaggiatori arrivati da ogni parte d’Italia visitano il sito aquileiese. A breve distanza dai teatri delle più cruente battaglie del conflitto, qui riposano infatti le spoglie di 214 soldati italiani provenienti dal Centro, dal Nord e dal Sud della penisola, i cui nomi restano scolpiti su un libro di marmo.
Ad Aquileia, tuttavia, non è necessario avere un’identità per essere ricordati: lungo il muro di cinta del cimitero, si trova la Tomba dei Militi Ignoti, caduti sul Carso durante la Prima Guerra Mondiale e qui sepolti il 4 novembre del 1921. Progettato dall’architetto Guido Cirilli, il monumento incornicia l’orizzonte e guarda l’altopiano che durante il conflitto vide scorrere il sangue di decine di migliaia di soldati. Anch’esso fresco di restauro, ospita le salme di dieci uomini ed è uno dei più importanti monumenti italiani dedicati ai militari periti nella Grande Guerra. Cent’anni fa, quando l’opera fu inaugurata, un’undicesima salma partì per Roma su un treno speciale, salutato da folle commosse lungo tutto il cammino: scelta dalla madre di guerra Maria Bergamas in una solenne cerimonia all’interno della Basilica di Aquileia, quella bara divenne il simbolo del sacrificio di un intero paese ed è ancora oggi custodita e vegliata 24 ore su 24 nella capitale presso l’Altare della Patria.
Ai piedi del monumento aquileiese è sepolta Maria, contadina di Gradisca d’Isonzo e madre del fante Antonio Bergamas, che disertò il servizio nell’esercito austriaco per combattere tra le file italiane. Il giovane cadde sotto una raffica di mitraglia nel 1916, mentre guidava il plotone all’attacco, e in seguito il suo corpo andò disperso. Nel centenario del Milite Ignoto, un docufilm trasmesso su Rai 1 ha riportato l’attenzione sulla storia emblematica di Antonio e di Maria, che volle riposare per sempre accanto ai dieci soldati sconosciuti rimasti ad Aquileia. Dopo il successo del film La Scelta di Maria (tuttora disponibile su RaiPlay), per la prima volta turisti e cittadini si soffermano a osservare la sepoltura semplice ed essenziale della donna che ha incarnato il dolore di un popolo.