AQUILEIA

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ

domenica 22 dicembre 2024

Alessandro Grassani. Environmental migrants - the last illusion

© Alessandro Grassani

La migrazione ambientale è un ordigno inesploso: in futuro l’intero pianeta dovrà fare i conti con questo grave problema economico e sociale. Nel 2050 una persona su 45 sarà un migrante ambientale – complessivamente 200 milioni di persone. Oggi sono già 10 milioni. Non hanno un vero nome e per il diritto internazionale nemmeno uno status. Inseguono la speranza di un futuro migliore nelle grandi città ma trovano soltanto “l’ultima illusione”. Alessandro Grassani li ha incontrati in Bangladesh, Mongolia, Kenya e Haiti.
Il progetto fotografico documenta la trasformazione del nostro pianeta e dimostra il devastante impatto sociale della migrazione tra le zone rurali e urbane. in ogni Paese l’autore confronta le storie delle persone che lottano contro le avversità ambientali nelle campagne con la vita dei migranti nei bassifondi delle capitali.

IL PROGETTO
Nel 2008, per la prima volta nella storia dell’uomo, la popolazione che vive nelle città ha superato quella delle campagne. Le metropoli crescono indiscriminatamente per l’arrivo dei migranti ambientali, costretti a fuggire dalle zone colpite dai cambiamenti climatici e destinati a diventare - nel giro di pochi decenni - la nuova emergenza umanitaria mondiale.
Le Nazioni Unite stimano che nel 2050 saranno presenti 200 milioni di migranti ambientali, tutte persone che non raggiungeranno le nazioni ricche, ma cercheranno nuove forme di sostentamento nelle aree urbane dei loro paesi d’origine, nelle baraccopoli, già sovraffollate e poverissime. Disastrose sono e saranno le conseguenze per il pianeta.
Oggi il 90% di questa migrazione avviene proprio nei Paesi meno sviluppati, i più colpiti dai cambiamenti climatici e dal fenomeno della migrazione ambientale rurale-urbana.
Il titolo del progetto “l’ultima illusione” si riferisce alla speranza dei migranti ambientali di trovare una vita migliore nelle città, sogno infranto a causa della mancanza di risorse, competenze e di opportunità.
Il progetto include quattro sezioni: Ulan Bator - Mongolia, Dhaka - Bangladesh, Nairobi - Kenya e Port au Prince - Haiti. Questi luoghi rappresentano le diverse tipologie di cambiamenti climatici che, a livello globale, influenzano il fenomeno delle migrazioni ambientali: dall’estremo freddo della Mongolia, al processo di desertificazione in Kenya, passando attraverso le inondazioni, cicloni e innalzamento del livello del mare in Bangladesh e Haiti.

Alessandro Grassani è un fotografo documentarista che utilizza la fotografia e la ripresa video come principale forma di espressione. Dal 2004 al 2006 ha lavorato in Israele e nei territori palestinesi: era lì durante i funerali di Yasser Arafat; prima e durante lo sgombero dei Coloni israeliani dalla Striscia di Gaza; di nuovo dopo la vittoria di Hamas alle elezioni e l’operazione militare israeliana “Summer Rain”. Ha lavorato intensamente in Iran dove si è recato per la prima volta alla fine del 2003 per documentare il terremoto che distrusse la città di Bam. Vi ha fatto ritorno una dozzina di volte per indagare la situazione della comunità ebraica e ha lavorato su un progetto a lungo termine dedicato alle minoranze etniche iraniane. Ha lavorato a progetti personali e servizi commissionati in oltre 40 Paesi; collabora, tra gli altri, con L’Espresso, Time Magazine, Sunday Times, The New York Times, CNN, Stern, Sette del Corriere della Sera e organizzazioni come ONU, Doctors of the World, International Organization for Migration e UNOPS.
I suoi lavori sono stati esposti in festival e musei a livello internazionale come al Palazzo delle Nazione Unite, Palais de la Porte Dorée a Parigi, International Center for Climate Governance, Royal Geographic Society, Sommerset House di Londra, Visa Pour l’Image a Perpignan. È stato premiato per due volte ai Sony World Photography Awards, Days Japan International Awards, Luis Valtueña Humanitarian Photography Award, Premio Marco Luchetta e Premio Amilcare Ponchielli.
Alessandro Grassani è Sony Global Imaging Ambassador e docente di fotografia documentaristica all’Accademia John Kaverdash di Milano.

Info

Data: from 04 July 2020 to 06 September 2020
Luogo: Chiesa di San Lorenzo
Indirizzo: San Vito al Tagliamento - via Pomponio Amalteo 27
Sito ufficiale: www.craf-fvg.it
Orario: ab-dom 10.30-12.30 / 15.30-19
Ingresso: ingresso gratuito