AQUILEIA

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ

giovedì 18 aprile 2024

Aquileia: 5 imperdibili capolavori in mosaico

Mosaico della contesa tra il gallo e la tartaruga presso la Cripta degli Scavi ad Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli
Per chi visiti per la prima volta Aquileia è una felice scoperta la vasta collezione di tesori musivi che oggi sono custoditi in vari luoghi: all'interno della Basilica di Santa Maria Assunta, nei contigui spazi espositivi della Südhalle, nelle sale del Museo Paleocristiano e dell'Archeologico Nazionale, e nelle Domus rinvenute nelle aree di scavo. 

Spettacolare il Mosaico del Buon pastore dall’abito singolare (attualmente in fase di restauro) che decorava un vasto ambiente di rappresentanza presso la Domus di Tito Macro. L’opera ripropone temi figurativi ricorrenti nella cultura artistica del IV secolo: la figura del buon pastore, con il tipico bastone e gli ovini alle sue spalle, è circondata da decorazioni che raffigurano tralci di vite, fagiani e pavoni.

Spostiamoci ora nella Basilica di Aquileia. Scoperto tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, il pavimento a mosaico della Basilica rappresenta una delle testimonianze più incredibili dell’antico complesso paleocristiano. 
Nell’Aula Sud è possibile ammirare il pavimento a mosaico più vasto di tutto l’Occidente romano: sui suoi 760 metri quadrati di estensione, possiamo riconoscere immagini simboliche e allegorie figurate che indicavano ai fedeli la via della salvezza.

Presso il Museo Archeologico Nazionale invece desta stupore il delicato Mosaico del Fiocco annodato, realizzato con tessere piccolissime dai colori vivi, che un tempo decorava la casa centrale del Fondo Cossar. Seguendo il nastro intrecciato in fiocco assieme a tralci di vite, gli ospiti del padrone di casa, molto probabilmente un personaggio eminente di Aquileia vissuto alla fine del I secolo a.C., entravano nella sala per i banchetti.

Ancora tralci di vite, foglie e grappoli, con appesi alcuni contenitori sono le figure del tessellato dell’abside della Basilica Paleocristiana, oggi conservato presso il Museo Palocristiano.
Tra i rami sono raffigurati dodici agnelli in atteggiamenti diversi e numerosi volatili, tra i quali spiccano un pavone, nel settore sinistro, e un gallo in quello destro. 

Imperdibile lo splendido frammento musivo raffigurante un pavone, che oggi brilla nello spazio museale della Südhalle. Simbolo di immortalità e allegoria della resurrezione, il pavone è qui rappresentato frontalmente, con le piume della coda orgogliosamente dispiegate. L’opera è composta di tessere in pasta di vetro su fondo bianco, con tonalità che variano dal blu notte al giallo, dal turchese all’ocra, dal bruno al verde smeraldo, e accostate in modo da riprodurre ombre e volumi.