Panorama con la Basilica di Aquileia | Foto: © N.Oleotto | Courtesy Fondazione Aquileia
Una guida “pop-rock” per raccontare Aquileia, la città “mitica” rinata dalle sue stesse rovine, come l’Araba Fenice, e che non smette di rivelare sorprese.
La definisce così Elena Commessatti la sua ultima impresa, da oggi, mercoledì 29 marzo, nelle librerie di tutta Italia.
Più che un semplice manuale di consigli e di luoghi da non perdere,
Aquileia una guida, il nuovo viaggio contemporaneo tra le meraviglie della città friulana - edita dalla libreria turistica editrice Odòs nell’ambito della collana
incentro - è una polifonia di voci che raccontano la visione della città in maniera “artigianale”, attraverso punti di vista diversi e stuzzicanti, rivolgendosi al “turista non lento ma esigente che si prende il tempo giusto davanti alle cose belle”.
Ma soprattutto
Aquileia una guida parla a un pubblico ampio, dagli appassionati di archeologia ai ciclisti della ciclovia Alpe Adria, dai religiosi agli amanti dei musei, della buona tavola, e persino delle passeggiate “dog friendly”. Con un’importante missione: tradurre il difficile nel facile.
Realizzata con il sostegno di Fondazione Aquileia e PromoTurismoFVG, la guida, tradotta anche in tedesco e in inglese, tesse un viaggio tra le tante anime della città riconosciuta patrimonio Unesco dal 1998, cucito dalla penna dinamica e curiosa della sua autrice (e insider) Elena Commessatti.
Aquileia, Foro romano | Foto: © G. Baronchelli | Courtesy Fondazione AquileiaLa raggiungiamo al telefono mentre lavora al restyling della sua guida dedicata a Udine, e al nuovo titolo della saga noir
I libri di Agata Est, incentrata sui cold case del nordest e sui furti di opere d’arte.
Perché questa giornalista letteraria, scrittrice di storie noir e pescatrice di biografie dimenticate, come quella dell’inventore Arturo Malignani, oltre che di luoghi invisibili che fa vivere in radio, si è inventata per Odòs la collana di guide turistiche
incentro, di cui è direttrice editoriale.
La chiacchierata ci riporta tra i luoghi simbolo di Aquileia, nella magica cornice della via Sacra, un cammino tra i cipressi con le vestigia del porto, in un mondo che non c’è più, nella colonia romana fondata nel lontano 181 a.C. “porto d'ingresso per l'Italia", come lo definì lo storico Erodiano, crocevia tra nord e sud, est e ovest.
Come si fa a raccontare un luogo mitico come Aquileia? “Si parte da ciò che resta. Di fatto Aquileia è un mito, una città invisibile per la maggior parte ancora sepolta sotto terra. Ma è anche una città che rinasce dalle rovine, dalla decadenza romana al medioevo, ritorna in auge in vari periodi e in altri scompare. Nell’Ottocento, secondo alcune fonti, era addirittura il luogo prescelto per condurvi i carcerati. Aquileia è un continuo viaggio di novità. Ho impiegato un anno e mezzo a scrivere questa guida, che è frutto di anni di passeggiata insieme ai cittadini, alle persone che mi raccontano storie. Le scoperte qui sono continue ed è per questo che la guida andrebbe aggiornata ogni mese! Quando la Fondazione Aquileia mi ha detto che mancava una guida contemporanea di Aquileia sono stata felice di avere il privilegio di raccontarla. C’è una guida importante del 1929, ed è quella di Giovanni Battista Brusin, il deus ex machina di questa storia, l’archeologo che ha scoperto il porto, il sepolcreto, che ha aperto molte vie per l’archeologia che ancora adesso si battono. Da bambina andavo spesso a mare a Grado, ma soprattutto mi recavo al
Museo archeologico nazionale di Aquileia, un unicum perché tutti i suoi reperti sono stati ritrovati nel sotto terra aquileiese. Quando ho deciso di accettare di raccontare la città l’ho fatto partendo proprio da questo museo. Qui è avvenuto il mio primo incontro con Aquileia”.
Il Museo archeologico nazionale di Aquileia | Foto: © A. Chemollo | Courtesy Fondazione Aquileia “Scrittrice di cose”, come si definisce, Elena Commessatti fruga tra gli oggetti per recuperarne l’anima e il passato. Tra gli oggetti che racconta nella guida qual è quello al quale si sente più legata? “Al museo archeologico nazionale non si può non rimanere incantati dagli oggetti d’ambra. Il museo accoglie la più grande collezione d’ambra al mondo. Adesso il visitatore può anche ammirare una sala completamente rinnovata con tutta la divisione delle pietre. La retroilluminazione permette di scorgere anche i simboli iconografici, quelli di prosperità e quelli con raffigurate le divinità, finalmente visibili. Adesso il racconto che si cela dietro questi oggetti è ancora più chiaro. Nella guida ho inserito ad esempio le cinque gemme da non perdere. E poi adoro le ambre e gli oggetti funerari”.
Qual è il suo luogo del cuore ad Aquileia? “Sicuramente il
Sepolcreto, un posto che merita il viaggio. Si trova proprio in mezzo alla città, tra le vigne. È sempre stato scavato da Giovanni Battista Brusin. È caratterizzato da cinque recinti sepolcrali molto ben conservati, risistemati grazie alla Fondazione Aquileia e visitabili anche in notturna con una guida”.
Sepolcreto ad Aquileia | Foto: © Gianluca BaronchelliCome le altre guide incentro anche questo itinerario di Aquileia propone un viaggio ricco di aneddoti, leggende, fascinazioni personali che creano percorsi inconsueti e attenti anche al “sentimento” dei luoghi, sempre alla ricerca del genius loci. Ci racconta un aneddoto che l’affascina? “Gli aneddoti sono tantissimi. Gli abitanti di Aquileia sono, nel momento in cui scrivo, 3143. Più che su un aneddoto mi soffermerei sul
modus vivendi di questi abitanti che risiedono proprio all'interno di questo parco archeologico, tra case e rovine. Mi è capitato di sentire qualche cittadino confessare che questo modo di vivere comporta talvolta fatica. Magari quando scavi nei campi trovi qualcosa. Prima non c’era quella coscienza del conservare gli oggetti in un museo per salvaguardarli e magari poteva accadere che in occasione di un battesimo venisse regalata una corniola o a Natale un'anfora”.
Perché la realtà religiosa di Aquileia è così importante? “Ad Aquileia sorge la
Basilica che è il luogo di culto pubblico più antico d’occidente. Possiamo ammirare il mosaico meglio conservato dell’occidente, con i suoi oltre 700 metri quadri. Ad affascinarmi, nella Cripta degli scavi, sono stati soprattutto i mosaici che raffigurano un’aragosta toccata da una razza. Mi sono chiesta cosa volesse dire e ho scoperto che c’è tutto un filone legato allo gnosticismo alessandrino, al cristianesimo delle origini che racconta come Aquileia fosse una chiesa il cui culto arrivava da Alessandria. L’aneddoto più importante riguarda la leggenda di San Marco che sarebbe arrivato ad Aquileia a fondare la chiesa, prima ancora di Venezia. Ecco perché Aquileia si considera un po’ la mamma di Venezia”.
Cripta degli Scavi nell'area archeologica della Basilica di Aquileia | © Fondazione AquileiaChe cos’altro ha scoperto? “Che tutte le leggende dei santi sono manipolate dalle fonti delle tradizioni. Non si sa bene chi sia questo Santo Ermacora fondatore della Chiesa aquileiese. Si dice sia andato a Roma da San Pietro per ottenere l’investitura religiosa prima di fondare una chiesa ad Aquileia. Ma la martirologia è molto manipolata. Ho capito che nel IV secolo nasceva questa importante chiesa internazionale cosmopolita dove i cristiani arrivavano da quasi tutto il mondo (c’è anche un Museo paleocristiano, con lapidi di geografie aquileiesi, africane, orientali). Con il commercio e le navi arrivavano ad Aquileia anche i primi cristiani Nel IV secoloAquileia era la città della prima cristianità, ma era anche al massimo della sua potenza come centro pagano. Era una città imperiale, aveva l’anfiteatro, il circo, il teatro, proprio come Roma”.
Scatolina in ambra con baccante, Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, Courtesy of Museo archeologico nazionale di Aquileia | Foto: © Vanja MacovazAquileia una guida segue il format identico per tutta la collana, con quattro sezioni principali - Ritratto di città, Visioni d’autore, Passeggiate lente, Il meglio di - dove fanno irruzione le Top 5 in stile Nick Hornby di High Fidelity, cioè i "luoghi del cuore" di artisti, giornalisti, scrittori che hanno vissuto la città o la vivono, per nascita o per adozione. È a loro che cede la parola...
“Tra i personaggi che hanno vissuto o vivono la città ci sono Sonia Bergamasco e Cesare Bocci, gli attori protagonisti del film
La scelta di Maria, dedicato al milite ignoto. Sonia ha interpretato Maria Bergamas, la madre del miliote ignoto. Nella sua Top 5 cita l’epigrafe della mima Bassilla, un’attrice greca. Poi c’è Francesco Tullio Altan, l’inventore della Pimpa, che invece tra i luoghi del cuore inserisce il giornalaio e il panettiere. Non manca Luigi (Gigi) Delneri, mitico calciatore e allenatore che racconta i luoghi del cuore nei quali giocava a calcio”.
Aquileia una guida, copertina | Courtesy Fondazione Aquileia E poi ci sono le guide turistiche, le vere protagoniste dello storytelling aquileiese... “Non si potrebbe capire Aquileia senza le guide turistiche che la sanno raccontare. Ho chiesto a Sara Zamparo, Anna Sairu, Raffaella Grasselli, Antonella Comelli e Francesca Benvegnù, guide turistiche poliglotte profonde conoscitrici della città, quale fosse il loro luogo del cuore. Antonella Comelli, che ama i cani, ha creato una passeggiata dog friendly Nella città del III secolo d.C. Bassilla doveva essere una celebrità: virtuosa della danza e dell’arte del mimo, era nota come “la Decima Musa”. I versi sulla stele ci aiutano a conoscerla meglio, ricordando i successi teatrali e gli applausi tributati al suo versatile talento.
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