AQUILEIA

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ

martedì 24 giugno 2025

Da scoprire nelle Giornate Europee dell’Archeologia

Il restauro del Foro di Aquileia. Rinasce la città romana

Aquileia, Foro romano | Foto: © G. Baronchelli | Courtesy Fondazione Aquileia
Francesca Grego - 09/06/2025
Ne avrà da raccontare delle belle il Foro di Aquileia Sabato 14 giugno durante le Giornate Europee dell’Archeologia, quando i visitatori del sito Unesco potranno ascoltare dalla viva voce degli archeologi le rivelazioni dei recenti scavi e dai restauratori le novità dei lavori che stanno interessando la parte orientale del monumento. Un restauro molto atteso perché coinvolge l’intero complesso, tra le più significative attrazioni di Aquileia antica, con l’obiettivo di restituire splendore alle architetture del Foro ma anche ai numerosissimi frammenti lapidei presenti nella piazza romana. 

“Dopo quasi novant’anni, è la prima volta che si mette in atto un lavoro sistematico di questo tipo, e ciò dà il senso della delicatezza e dell’impegno che esso richiede”, ha dichiarato Roberto Corciulo, Presidente di Fondazione Aquileia, che ha intrapreso l’intervento sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. Ma non finisce qui. Il restauro del Foro è la prima tappa di un progetto ancora più ambizioso che riguarda i grandi monumenti della città romana, dal Porto Fluviale al Decumano di Aratria Gallia. Al restauro si affianca la creazione di “un percorso di collegamento tra le stesse aree archeologiche di quasi un chilometro, dal Porto al Sepolcreto”, prosegue Corciulo, “che permetterà ai visitatori di misurare davvero l’ampiezza dell’antico centro”. 


Le colonne del Foro di Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli

Per costruire la piazza del Foro - che all’origine misurava quasi 8 mila metri quadrati - furono necessari ben 60 mila mattoni, 1500 metri di calcare di Aurisina per le lastre della sua caratteristica pavimentazione e altri 800 per la massicciata di base. Lo hanno rivelato le indagini archeologiche condotte sul campo in occasione del restauro da Eleonora Carminati e Alessandro Ruiz. Particolare attenzione, riferiscono il direttore della Fondazione Aquileia Cristiano Tiussi e Serena Di Tonto, archeologa della Soprintendenza, è stata dedicata alle botteghe che insistevano alle spalle del colonnato. Oltre a rilevarne la struttura perfettamente modulare, si è analizzata la stratificazione dell’area nel tempo, dall’epoca pre-romana all’alto Medioevo, “prima che venisse invasa dalle acque palustri e che del cuore della città antica si perdesse per molti secoli perfino la memoria”, rivelano Tiussi e Di Tonto, anticipando alcune delle scoperte che i visitatori di Aquileia avranno modo di conoscere durante le prossime Giornate Europee dell’Archeologia. 

Scoperto casualmente nel 1934 durante lavori di bonifica, nel 1937 il Foro di Aquileia fu rimesso in piedi con un ardito intervento di anastilosi: le colonne furono nuovamente erette a partire dai materiali ritrovati durante gli scavi e le parti mancanti integrate con laterizio. Tra gli anni Sessanta e gli Ottanta le case che si sovrapponevano al sito furono espropriate e demolite per portare alla luce una porzione più ampia del monumento, mentre procedeva il parziale restauro dei reperti che man mano emergevano. Solo dal 2021 si è iniziato a scavare nel settore orientale del Foro, grazie a un cantiere pilota realizzato da Fondazione Aquileia - a cui l’area era stata affidata nel 2017 -  e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. 


Aquileia, Foro romano I Courtesy Turismo FVG

L’attuale intervento prevede il completamento dei drenaggi che assicurano il prosciugamento costante dell’area del Foro, in passato paludoso perché soggetto alla risalita di acqua di falda, la pulizia e il restauro della pavimentazione lastricata della piazza e del portico, dei gradini e delle colonne. Il tutto attraverso metodologie “rispettose della materia antica e tali da favorire la volorizzazione dei luoghi e del loro portato storico, comprendendo anche le trasformazioni apportate con i restauri del Novecento”, ha spiegato l’architetto e soprintendente Valentina Minosi. 

Cruciale è il ruolo giocato nel progetto dalle nuove tecnologie: l’intervento rappresenta infatti la prima applicazione sul campo di un importante protocollo per la conservazione programmata e la manutenzione tecnologica del sito, con la costruzione di un HBIM (Historical Building Information Modeling), frutto di un accordo di collaborazione con il Politecnico di Milano - Polo territoriale di Mantova e con l’Università degli Studi di Brescia, che in futuro sarà esteso a tutte le aree archeologiche di Aquileia. 


Foro, Area Archeologica di Aquileia | Foto: © Gianluca Baronchelli

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