AQUILEIA

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ

domenica 13 luglio 2025

Dal 29 luglio al 5 agosto 2025 ad Aquileia

Aquileia Film Festival 2025: il cinema come custode della memoria

Battaglia di Isso tra Alessandro e Dario III (o Mosaico di Alessandro), II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale | Courtesy MANN
Paolo Mastazza - 02/07/2025
Dal 29 luglio al 5 agosto 2025 Aquileia torna a essere crocevia di storie antiche, riflessioni contemporanee e passioni civili con la XVI edizione dell’Aquileia Film Festival. Un appuntamento ormai consolidato nel panorama culturale italiano ed europeo, che accoglie nel suggestivo sito UNESCO friulano una rassegna internazionale dedicata al cinema archeologico, alla divulgazione storica e al racconto del patrimonio culturale.

Organizzato dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con Archeologia Viva e con il supporto di numerose istituzioni pubbliche e private, il festival propone una selezione di documentari italiani e internazionali, incontri con studiosi, registi, giornalisti e intellettuali, eventi fuori concorso e omaggi speciali. L’ingresso è gratuito ma con prenotazione obbligatoria, e tutte le proiezioni sono accessibili anche a persone con disabilità visiva e uditiva grazie a sottotitoli e audiodescrizioni.

Un viaggio tra i paesaggi dell’archeologia

Il festival si apre il 29 luglio 2025 con Sulle tracce del patrimonio. Le ragioni dell’archeologia, un documentario firmato da Eugenio Farioli Vecchioli per Rai Cultura che ripercorre il difficile equilibrio tra sviluppo industriale e tutela del patrimonio, raccontando storie emblematiche da Sibari a Paestum, da Gravisca alla Basilicata. A seguire, una conversazione con la storica Francesca Cenerini, specialista della condizione femminile nell'antica Roma, conduce il pubblico a interrogarsi sul ruolo delle donne nei secoli dell’Impero.

Il giorno successivo, 30 luglio 2025, è la volta di Luigi De Gregori. Salvare la creatura, un corto che ricostruisce la missione segreta del grande bibliotecario romano durante il 1936, incaricato di mettere in salvo i manoscritti più preziosi di Roma alla vigilia della guerra. A seguire Il mondo perduto dei Giardini Pensili, produzione britannica di Duncan Bulling, porta lo spettatore a Ninive, antica capitale degli Assiri devastata dallo Stato islamico, alla ricerca delle origini del primo impero e di uno dei miti più affascinanti della storia: i Giardini Pensili di Babilonia. La serata si conclude con l’intervento dell’archeologo Luca Peyronel, esperto di Vicino Oriente Antico.

Dal Libano a Pompei, passando per San Casciano

Giovedì 31 luglio 2025 il pubblico sarà trasportato a Byblos, una delle città più antiche del mondo, con Libano segreto: i tesori di Byblos di Philippe Aractingi, che svela le nuove scoperte archeologiche lungo la costa libanese. La stessa sera verrà presentato anche In carne e bronzo, che documenta l’ultima campagna di scavo al santuario di San Casciano dei Bagni, in Toscana, raccontata dai registi Eugenio Farioli Vecchioli e Brigida Gullo. Il direttore scientifico degli scavi, Jacopo Tabolli, sarà protagonista della conversazione finale, affrontando anche temi legati al diritto dei beni culturali e all’economia della cultura.

Il 1° agosto 2025 è la serata del capolavoro del MANN: Il volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario, documentario diretto da Vanni Gandolfo che segue passo passo il complesso intervento sul celebre mosaico pompeiano. L'opera, importante testimonianza dell’iconografia di Alessandro Magno, diventa anche il pretesto per riflettere sull’uso dell’intelligenza artificiale nella ricostruzione storica.

Il valore della memoria tra storia e contemporaneità

Tra gli eventi fuori concorso, da segnalare la proiezione il 1° agosto 2025 dello speciale Regina Viarum, realizzato da Rai Cultura in collaborazione con il Ministero della Cultura, dedicato alla Via Appia, recentemente riconosciuta patrimonio UNESCO. A conversare con il pubblico sarà Corrado Augias, scrittore e divulgatore tra i più noti in Italia, in un dialogo guidato da Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva.

Il 4 agosto 2025 si cambia registro con Marcho. L’ultima bandiera, un documentario di Marco Fabbro sulle vicende del signore friulano Marcho da Moruzzo, ultimo alfiere del Patriarcato di Aquileia, sconfitto dalla Repubblica di Venezia. La pellicola, prodotta da ARLeF, è accompagnata da una conversazione con il regista e i rappresentanti dell’Agenzia Regionale per la Lingua Friulana.

Infine, il 5 agosto 2025, in occasione dei cinquant’anni della Pimpa, arriva l’omaggio a Francesco Tullio Altan con il documentario Mi chiamo Altan e faccio vignette, diretto da Stefano Consiglio. Un viaggio ironico e profondo nella vita e nell’opera del grande disegnatore, tra Pimpa, Cipputi e quarant’anni di satira sul Paese. Altan, che vive ad Aquileia da decenni, sarà presente per un dialogo con la scrittrice Elena Commessatti.

Una rassegna al crocevia tra cultura, cittadinanza e accessibilità

L’Aquileia Film Festival si conferma, anche in questa sedicesima edizione, un luogo di incontro tra discipline e linguaggi, tra memoria e tecnologia, tra comunità scientifica e grande pubblico. Non è un semplice festival cinematografico, ma un laboratorio culturale in cui la storia si confronta con il presente, e in cui il patrimonio archeologico diventa uno strumento di comprensione del mondo contemporaneo.

Il sito monumentale di Aquileia, con la sua basilica, i suoi mosaici paleocristiani, le strade romane e le necropoli, fa da cornice a una manifestazione che interpreta il passato come risorsa per pensare il futuro. La selezione dei documentari – tra cui molte anteprime italiane – dimostra una crescente attenzione ai contesti geopolitici attuali, dalle guerre nel Vicino Oriente alla distruzione dei siti archeologici, ma anche alla sfida della conservazione, della valorizzazione e della comunicazione del patrimonio in una società in rapida trasformazione.

Con un’attenzione particolare all’inclusività, alla qualità scientifica e alla narrazione audiovisiva, il festival invita il pubblico a riscoprire l’archeologia non solo come scavo del passato, ma come racconto vivo del nostro presente.

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