Era destinata a contenere trucchi e unguenti di bellezza la raffinatissima scatolina in ambra con coperchio scorrevole rinvenuta in una necropoli di Aquileia.
Sulla superficie decorata ad altorilievo riconosciamo la testa del dio Dioniso o di una baccante, adorna di tralci di vite e grappoli d’uva.
L’elegante contenitore apparteneva con ogni probabilità a una donna di alto rango vissuta nel I secolo d.C. e testimonia l’importante ruolo svolto da Aquileia nella lavorazione e nel commercio dell’ambra. La preziosa resina fossile arrivava in Italia dal Baltico, per poi raggiungere Roma attraverso la Pianura Padana: non a caso, i territori del Nord Est erano noti come la tappa finale della cosiddetta “via dell’ambra”.
Esperti nella lavorazione delle pietre dure, gli artigiani aquileiesi trasformavano il materiale grezzo o semilavorato in oggetti e gioielli di fattura finissima, in voga nelle classi più elevate della società romana tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C.
Altre opere - Museo Archeologico Nazionale di Aquileia